Quando si parla di elogio funebre pensiamo solo ad un discorso dedicato ad un caro già morto.
E se cambiassimo prospettiva e immaginassimo di scrivere noi stessi il nostro elogio mentre ancora siamo in vita?
Un discorso breve, significativo e incisivo che riassuma ciò in cui crediamo e i nostri ricordi più belli, qualcosa che quando non ci saremo più i nostri cari possano leggere per ricordare chi eravamo…
Gli esseri umani dedicano grande attenzione al testamento, che destina con accuratezza i beni materiali.
Perché invece non dedichiamo le stesse energie per lasciare uno scritto su quali sono stati i valori che ci hanno guidati, su quali insegnamenti e consigli sentiamo di voler lasciare ad amici, figli o nipoti per il dopo-di-noi?
Quando ho pensato di proporre questo servizio ho riflettuto molto su quale poteva essere il nome giusto da dare…
Elogio-in-vita? Non mi pareva abbastanza chiaro…
Elogio-di-sé-stessi? Mi sembrava troppo ridondante…
Self-eulogy? Mi suonava troppo freddo…
Alla fine ho optato per “Testamento valoriale”, perché proprio questo volevo fosse: uno scritto che racchiudesse soprattutto i valori di un essere umano.
Per qualcuno spiegati in modo umoristico, per qualcun altro racchiusi in pochi aneddoti significativi.
Ogni volta che penso ad un Testamento valoriale mi emoziono, perché rifletto sull’enorme importanza che potrà avere per chi lo richiede e la massima cura che dovrà metterci chi lo scrive.
Dovrà essere uno scritto breve, ma al contempo evocativo, poetico, capace di sintetizzare un’intera esistenza di ricordi e princìpi.
Una lettera che racconti senza annoiare, qualcosa che un nipote tiri fuori con gioia anche dopo 20 anni dalla scomparsa del nonno per rileggere e commuoversi anche a distanza di tempo.
Qualcosa che, secondo me, solo un professionista esperto può avere le competenze e la forza emotiva di scrivere.
“E una volta che avrò il mio Testamento valoriale in mano, cosa me ne farò nel concreto”, potreste chiedervi.
Beh, il mio pensiero è questo: una volta concluso potrete consegnarlo ai vostri cari mentre siete in vita, potrete chiuderlo in una busta e lasciarlo da leggere pubblicamente al vostro funerale oppure potrete lasciarlo come ricordo privato ad uno specifico parente o amico.
Qualsiasi opzione sceglierete sarà una vostra decisione, che sono certa potrà darvi un senso di pace e serenità come poche altre prese lungo il vostro cammino.
C’è un passaggio della bellissima canzone di Roberto Vecchioni “Sogna ragazzo sogna” del 1999 (https://www.youtube.com/watch?v=SazaEwYl5iE) che racchiude un concetto fondamentale: fino a che abbiamo la lucidità per farlo, è importante che continuiamo a sognare ed immaginare il futuro, cercando di lasciare segni tangibili di ciò in cui crediamo.

Le testimonianze più preziose del nostro passaggio su questa terra non staranno nei conti in banca che avremo aperto, ma nei gesti d’amore che avremo compiuto, negli alberi che avremo piantato, nelle lettere piene di vita che avremo lasciato.

“E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere
la vita è così vera

che sembra impossibile doverla lasciare…

La vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire”.